lunedì 12 aprile 2010

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Perchè dire NO all'ampliamento dell'inceneritore di Trezzo sull'Adda.

L’inceneritore di Trezzo sull’Adda, nelle sue dimensioni attuali, viene sfruttato dal nostro territorio solo per il 40% della sua capacità di smaltimento, mentre il restante 60% proviene da altre parti della Lombardia e d’Italia (la legge attualmente dispone che un impianto abbia una capacità maggiorata di circa il 20% da destinare allo smaltimento di rifiuti extraregionali).

Il nostro territorio è attualmente pienamente e anche abbondantemente autosufficiente nella gestione dei rifiuti, in quanto ha una capacità di riciclo del 70%, a fronte di una produzione di rifiuti procapite di 470 kg per cittadino.
Il piano provinciale dei rifiuti si basa su una produzione di rifiuti procapite di 600 kg per cittadino in crescita, stima piuttosto sovradimensionata rispetto al valore attuale.
Per l’EXPO 2015 a Milano la capacità di smaltimento della provincia deve essere aumentata: è stata previsto un aumento di 600.000 tonnellate di cui la Prima srl (la società proprietaria dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda) ha espresso la volontà di provvedere a 200.000 tonnellate con questo ampliamento, mentre la parte rimanente (400.000 tonnellate) dovrebbe essere coperta dall’AMSA con un nuovo impianto nella zona di Milano Sud.

Esistono centinaia di studi che dimostrano che le sostanza effettivamente emesse attraverso il camino degli inceneritori, le scorie solide e le ceneri residue sono nocive per la salute umana e inquinanti dal punto di vista ambientali; esempi di tali sostanze sono: le diossine, i metalli pesanti, gli ossidi di zolfo e di azoto e le polveri sottili e molti altri ancora.

STUDI EPIDEMIOLOGICI NEL LUNGO PERIODO (5/10anni):

cercano di indagare l’aumento di tumori, di mortalità precoce e di nascite premature o anomale nelle aree limitrofe.

STUDI SULLA CATENA ALIMENTARE:

Cercano di indagare come diossine e metalli pesanti possano accumularsi sul territorio e influenzare la catena alimentare (accumulo nelle sostanze vegetali) stessa dando origine a quelle malattie come cancro, e anomalie nelle nascite.

STUDI EPIDEMIOLOGICI NEL BREVE PERIODO:

cercano di indagare l’aumento di incidenza di malattie respiratorie e cardiovascolari nelle popolazioni limitrofe ad opera delle polveri sottili (PM10 e PM 2,5) e delle nanopolveri (UFP).
Un aumento della produzione dei rifiuti tale da giustificare un ampliamento dell’inceneritore esistente andrebbe contro a tutte le strategie comunitarie per la riduzione della produzione di rifiuti a favore di politiche riciclo e riutilizzo. Inoltre esistono nuove tecniche per la gestione dei rifiuti, che consentono di recuperare più del 90% degli RSU (rifiuti solidi urbani) utilizzando il Trattamento a freddo dei rifiuti (link: http://it.wikipedia.org/wiki/Gestione_dei_rifiuti#Trattamento_a_freddo_dei_rifiuti).

Oltre al rischio per la salute, l’inceneritore attuale è causa di rumore spesso piuttosto forte e continuo e in alcuni giorni anche di odori piuttosto spiacevoli.
Sono stati compiuti dei rilevamenti, di alcuni giorni (probabilmente insufficienti per valutare correttamente la situazione) con impianti appositi dalla ASL ma non se ne è mai conosciuto l’esito .

Il nostro territorio ha già sofferto abbastanza a causa del presente inceneritore, dell’autostrada A4, che è tra le più trafficate d’Italia e l’unica ad avere 4 corsie di marcia e per le numerose installazioni industriali della zona zona come cementifici, cartiere, industrie chimiche.

Cosa si sta cercando di fare...

È stata firmata da 26 Comuni della zona direttamente interessata (tra cui Grezzago, Pozzo d’Adda, Trezzano Rosa, Busnago, Masate…) per richiedere un tavolo istituzionale tra provincie comuni e regione per presentare le motivazioni, condivise dai Comuni firmatari, della contrarietà all'ampliamento dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda.

Sono stati commissionati degli studi per valutare da un punto di vista tecnico chimico e ambientale il progetto presentato dalla Prima srl per la valutazione di impatto ambientale.

Si sta valutando la possibilità di realizzare impianti di gestione dei rifiuti alternativi all’incenerimento con un minore impatto per la salute e l’ambiente e maggiormente in accordo con i principi di riciclo e riutilizzo.

Si sta cercando di sottolineare l’importanza dell’impegno assunto dalle amministrazioni locali alla riduzione del 20% delle emissioni di CO2 in atmosfera entro il 2020, progetto certamente irrealizzabile a fronte dell’ampliamento dell’inceneritore.

Si stanno organizzando manifestazioni, conferenze e incontri per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’argomento, fornire informazioni e chiarimenti e dimostrare la contrarietà dalla popolazione locale alla realizzazione di tale opera sul nostro territorio.

Si è creato questo sito e il comitato per il no all’ampliamento dell’inceneritore per comunicare con tutte le persone che come noi vogliono porre un freno allo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali e della salute umana.

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