mercoledì 26 ottobre 2011

In Lombardia case costruite con sabbia e ghiaia sottocosto

Da dove arriva il materiale necessario per costruire nuove case, capannoni e strade? Dalle cave. E quanto pagano le aziende del settore per i diritti di escavazione? In Lombardia, 44 centesimi di euro per ogni metro cubo di preziosa sabbia e ghiaia. Un’inezia se paragonato al prezzo di mercato: la sabbia costa 12-15 euro al metro cubo, la ghiaia intorno a 20. Grezzi significa che vengono estratti e venduti, senza nessun trattamento di qualità e selezione che porta il prezzo a salire rispettivamente fino a 20 e 28 euro al metro cubo. Con queste tariffe il “diritto” di escavazione rappresenta un costo medio del 3% del valore di mercato. In Gran Bretagna è del 20 per cento. Risultato? Un immenso guadagno se moltiplicato per i 16 milioni di metri cubi (dati Istat 2010) che in Lombardia si trasformano in costruzioni: oltre 200 milioni di euro di ricavi a fronte di una tariffa pagata per l’estrazione che supera di poco 7 milioni di euro.

E l’estrazione di questi inerti rappresenta il 59% di tutti i materiali cavati in Italia: in questa classifica sono ai primi posti Lombardia, Lazio e Piemonte, che da sole raggiungono il 50% del totale estratto ogni anno con 43 milioni di metri cubi (vedi la scheda allegata). Ma chi decide le tariffe? In Lombardia, per definire “l’aggiornamento delle tariffe dei diritti di escavazione per il biennio 2010/2011”, lo scorso marzo la Giunta ha approvato una delibera per aggiornare i prezzi all’indice Istat, ferme dal 2008. Confrontando il trend negli ultimi cinque anni l’aggiornamento è stato quasi impercettibile: da 0,420 del 2006 si è saliti a 0,441 del 2008 fino a 0,462 per il 2011. Le modifiche insomma sono nell’ordine di frazioni di centesimi, quote irrisorie per le 558 cave attive della regione e immutate da quattro anni.

Dalla decisione della giunta occorre l’approvazione del Consiglio regionale e il passaggio nella commissione ambiente per la definizione della tariffa vera e propria. Si avvia un lungo iter burocratico che finalmente il 5 ottobre scorso porta alla decisione unanime di alzare la tariffa fino a 1 euro per metro cubo per sabbia e ghiaia e 5 euro per le pietre ornamentali. Significa entrate quasi raddoppiate per i Comuni che ospitano le cave: 20 milioni di euro per sopperire anche ai tagli del Governo. Il 19 ottobre, però, durante la seduta del consiglio regionale, la proposta della commissione viene modificata da un emendamento del Pdl. Tutto bloccato.

Giudizi negativi e mugugni dall’opposizione: «Doveva essere la ratifica di una scelta già condivisa, ma purtroppo così non è avvenuto – hanno detto i consiglieri regionali del Pd Giuseppe Civati e Angelo Costanzo-. Dopo l’approvazione in Commissione Ambiente si sono “scatenate” le lobby che hanno fatto cambiare idea a qualcuno». Infatti nella seduta del consiglio regionale, al momento di ratificare le decisioni della commissione, arriva un emendamento su richiesta del capogruppo del Pdl Paolo Valentini che abbassa la tariffa a 60 centesimi. Aumento sì ma non troppo. «Un emendamento solo per la sabbia e la ghiaia dove si concentrano forti interessi economici - aggiungono Civati e Costanzo - e l’ennesimo favore ai cavatori».
Di tutt’altro avviso invece il capogruppo del Pdl Paolo Valentini: «È necessario un ulteriore approfondimento perché ci troviamo davanti al rischio di possibili ricorsi al Tar. Inoltre non capisco perché solo per un settore su cinque si introduca un aumento di tariffa del 127% lasciandone invece invariate altre tre: piuttosto, se vogliamo tutelare davvero il territorio dobbiamo farlo con normative e provvedimenti specifici e incisivi, non solo limitandoci ad aumentare alcune tariffe di escavazione».

La ragione per l’aumento di una sola tariffa è perché la ghiaia e la sabbia rappresentano il 70% delle entrate: 7 milioni di euro su 10. E l’85% di questi introiti finiscono ai Comuni come entrate, mentre il 15% va alla Provincia, che coordina le estrazioni in base al fabbisogno provinciale. Ora tutto è stato rinviato ad una delle prossime sedute del consiglio regionale (senza nessuna data fissata) mentre sono sulle barricate i cavatori, che minacciano il ricorso al Tar per il rialzo delle tariffe. In più con questi canoni si ottiene anche un effetto perverso: finché i canoni sono così bassi non vi è nessun interesse ad investire in nuove tecnologie che risparmiano l’ambiente e il territorio. Una spinta anche al recupero degli inerti (materiale di demolizione e di scarto, i rifiuti prodotti dai cantieri) che in Regione Lombardia è fermo al 9%, con percentuali ridicole anche a livello nazionale, dove appena il 2% viene recuperato e riusato per fare strade e case. Il resto finisce in discarica. E per le nuove costruzioni si estrae dalle cave.

michele.sasso@linkiesta.it
 

martedì 25 ottobre 2011

Consiglio Comunale

A V V I S O
nella Sede Municipale
venerdì, 28 ottobre 2011, alle ore 20.30,
è convocato in sessione straordinaria
IL CONSIGLIO COMUNALE
per trattare in seduta pubblica, il seguente
ORDINE DEL GIORNO
1. Comunicazioni del Sindaco;
2. Approvazione verbali della seduta precedente;
3. Adozione Variante agli atti del PGT (documento di Piano, Piano delle regole e Piano dei servizi) per modifica destinazione urbanistica Ambito AF4 per individuazione nuova Scuola Media;
4. Approvazione Regolamento per l’istituzione e il funzionamento del Consiglio Tributario;
5. Approvazione integrazione al Regolamento per l’alienazione di beni mobili e immobili;
6. Adesione alla costituzione dell’Ufficio Unico sovracomunale per l’accreditamento delle strutture socio assistenziali;
7. Approvazione Piano di Azione per l’Energia Sostenibile a seguito dell’adesione al Patto dei Sindaci promosso dall’Unione Europea.
Vaprio d’Adda, 20 ottobre 2011
Il Sindaco
(Roberto Orlandi

venerdì 14 ottobre 2011




APPELLO
IL 15 OTTOBRE SARÀ UNA GIORNATA EUROPEA E INTERNAZIONALE DI MOBILITAZIONE
“gli esseri umani prima dei profitti, non siamo merce nelle mani di politici e banchieri,
chi pretende di governarci non ci rappresenta, l’alternativa c’è ed è nelle nostre mani, democrazia reale ora!”
Commissione Europea, governi europei, Banca Centrale Europea, Fondo Monetario Internazionale, multinazionali e poteri forti ci presentano come dogmi intoccabili il pagamento del debito, il pareggio del bilancio pubblico, gli interessi dei mercati finanziari, le privatizzazioni, i tagli alla spesa, la precarizzazione del lavoro e della vita.

Sono ricette inique e sbagliate, utili a difendere rendite e privilegi, e renderci tutti schiavi. Distruggono il lavoro e i suoi diritti, i sindacati, il contratto nazionale, le pensioni, l’istruzione, la cultura, i beni comuni, il territorio, la società e le comunità, tutti i diritti garantiti dalla nostra Costituzione. Opprimono il presente di una popolazione sempre più impoverita, negano il futuro ai giovani.

Non è vero che siano scelte obbligate. Noi le rifiutiamo. Qualunque schieramento politico le voglia imporre, avrà come unico effetto un’ulteriore devastazione sociale, ambientale, democratica. Ci sono altre strade, e quelle vogliamo percorrere, riprendendoci pienamente il nostro potere di cittadinanza che è fondamento di qualunque democrazia reale.

Non vogliamo fare un passo di più verso il baratro in cui l’Europa e l’Italia si stanno dirigendo e che la manovra del Governo, così come le politiche economiche europee, continuano ad avvicinare.
Vogliamo una vera alternativa di sistema. Si deve uscire dalla crisi con il cambiamento e l’innovazione. Le risorse ci sono.

Si deve investire sulla riconversione ecologica, la giustizia sociale, l’altra economia, sui saperi, la cultura, il territorio, la partecipazione. Si deve redistribuire radicalmente la ricchezza. Vogliamo ripartire dal risultato dei referendum del 12 e 13 giugno, per restituire alle comunità i beni comuni ed il loro diritto alla partecipazione. Si devono recuperare risorse dal taglio delle spese militari. Si deve smettere di fare le guerre e bisogna accogliere i migranti.

Le alternative vanno conquistate, insieme. In Europa, in Italia, nel Mediterraneo, nel mondo. In tanti e tante, diversi e diverse, uniti. E’ il solo modo per vincere.

Il Coordinamento 15 ottobre, luogo di convergenza organizzativa dei soggetti sociali impegnati, invita tutti e tutte a preparare la mobilitazione e a essere in piazza a Roma, riempiendo la manifestazione con i propri appelli, con i propri contenuti, con le proprie lotte e proposte


PER LA NOSTRA DIGNITÀ E PER CAMBIARE DAVVERO

COORDINAMENTO 15 OTTOBRE

martedì 11 ottobre 2011


http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/

La prima assemblea di “Salviamo il Paesaggio” si terrà in un luogo simbolo: Cassinetta di Lugagnano, il primo comune italiano a “zero consumo di suolo”.
29 ottobre 2011
Cassinetta di Lugagnano (Mi)
PRIMA ASSEMBLEA NAZIONALE

PROGRAMMA
ore 9,30-13,00: ASSEMBLEA PLENARIA
Con interventi introduttivi dei relatori, dopo i quali verrà lasciato spazio ai chi fra i partecipanti all’assemblea voglia intervenire. Tra i relatori confermati: Carlo Petrini (presidente Slow Food), Pietro Raitano (Altreconomia), Vittoria Brancaccio (presidente Agriturist), Paolo Carsetti (Forum Movimenti Acqua). Saluto in video di Luca Mercalli (società italiana di metereologia), che per altri impegni non potrà essere presente all’assemblea.

ore 13,00-14,30: PAUSA PRANZO
Verrà allestito un “mercato della terra” con dei banchetti di GAS locali e presidi Slow Food.

ore 14,30-16,30: GRUPPI DI LAVORO
I partecipanti all’assemblea si divideranno in tre gruppi di lavoro tematici:
1) PROPOSTA DI LEGGE di iniziativa popolare
2) CENSIMENTO degli immobili sfitti o non utilizzati
3) CAMPAGNA DI COMUNICAZIONE

ore 17,00-18,00: CONCLUSIONE IN PLENARIA
Con un intervento riassuntivo delle conclusioni di ciascun gruppo di lavoro.