lunedì 21 febbraio 2011

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venerdì 11 febbraio 2011

Raddoppio inceneritore: 3 marzo 2011 Consiglio Provinciale

Il Giorno 11.02.2011

Grezzago, 11 febbraio 2011 - Il "no" dei cittadini al raddoppio del termovalorizzatore fa irruzione nuovamente a Palazzo Isimbardi: in cento, e con una ventina di sindaci in fascia tricolore, nell’aula del Consiglio provinciale, per strappare i fatti dopo tante parole.

L’intento della manifestazione, cui hanno preso parte ieri molti sindaci del «no» accompagnati da decine e decine di cittadini del territorio dell’Adda e della Martesana, è raggiunto almeno in parte: dopo ore di dibattito e schermaglie, e molti momenti di autentica tensione, una promessa, quella di indire un Consiglio provinciale dedicato alla problematica rifiuti e nuovi impianti, già messo in calendario, salvo sorprese, per il 3 marzo. Ci sarà, questa la garanzia, anche Guido Podestà, ieri impegnato a Roma.

È iniziato alle 15 in punto il nuovo pomeriggio milanese dei «barricaderi» anti-raddoppio, che si sono mossi in parte in metropolitana, in parte con pullman organizzati a Pozzo. Quello che qualcuno ha definito un «blitz» era in realtà una visita annunciata da giorni. Qualche schermaglia iniziale sul modus operandi, poi la parola è andata a Vittorio Mapelli, il sindaco di Grezzago da mesi portabandiera ufficiale del comitato di protesta. La richiesta, «quella di un atto ufficiale, che deve uscire di qui, e che chiarisca i criteri di scelta della Provincia, escludendo una volta per tutte lo sciagurato progetto di Trezzo».

Poi due ore di dibattito, prima fra cittadini, sindaci e capigruppo in sala a latere, poi nuovamente in Consiglio. Qua e là momenti di autentica tensione, e parole grosse fra i cittadini in platea e alcuni consiglieri di maggioranza: «Basta parole, siamo stufi». «Ci state prendendo in giro da troppo tempo».

Poi la decisione, ufficializzata dal presidente dell’assise Dapei, di aggiornarsi al 3 con un consiglio dedicato. Nel pomeriggio una nota dello stesso presidente dai toni diplomatici: «Quella dei sindaci è una protesta legittima - scrive Dapei -. Chiedono un atto del Consiglio. Tutte le forze politiche vanno ora richiamate al loro senso di responsabilità perché, dicendo di no a qualsiasi opzione, qualcuno poi rimane col cerino in mano».

Arrivano a slavina, nel pomeriggio, le note della minoranza a Palazzo Isimbardi. La prima è di Filippo Penati: «Nel piano provinciale dei rifiuti in vigore, approvato a novembre del 2008 dalla mia Giunta, non è previsto un incremento della potenzialità termica e, quindi, del trattamento dei rifiuti per l’inceneritore di Trezzo - esordisce Penati -: questa incertezza di risposte a quasi due anni dall’insediamento della nuova Giunta, è un pessimo segnale». «Prendiamo ancora una volta atto della vergognosa assenza del Presidente Podestà e di tutta la Giunta all’incontro di oggi con i sindaci - tuona Massimo Gatti di Altra Provincia - , dimostrazione di tutto il suo disinteresse nei confronti di cittadini e sindaci». «Noi siamo comunque soddisfatti - dice a chiusura il sindaco Vittorio Mapelli -: abbiamo strappato una convocazione ufficiale, e il 3 marzo ripeteremo chiaro e forte che vogliamo un impegno della Provincia a bloccare in fretta il progetto. Importante la sortita di Penati, che apre un significativo spiraglio».

di Monica Autunno

giovedì 3 febbraio 2011



MANIFESTAZIONE DEL POPOLO VIOLA AD ARCORE


DOMENICA 6 FEBBRAIO 2011

LARGO VINCENZO VELA – MUNICIPIO

ORE 14.00

In Provincia 26 comuni contro il raddoppio dell'inceneritore

Il Giorno 3.02.2011
Trezzo sull'Adda, 2 febbraio 2011 - «Appuntamento in consiglio provinciale: ma stavolta dobbiamo esserci tutti». L’appello è del sindaco di Grezzago Vittorio Mapelli, e arriva via mail ai 26 sindaci che, nelle ultime settimane (ed eccezione fatta per Cassano, commissariata dalla scorsa settimana) hanno portato in consiglio comunale la delibera di richiesta alla Provincia e alla Regione di fare un passo concreto, sul piano amministrativo, per bloccare il raddoppio dell’inceneritore di Trezzo-Grezzago. Le delibere sono pronte, occorre portarle a Milano.

«Lo faremo in modo pacifico, ma determinato - spiega Mapelli -. Appuntamento il 10 febbraio alle 15, in consiglio provinciale». Qui i sindaci sperano di illustrare ai consiglieri la proposta deliberata: si chiede a Palazzo Isimbardi un atto amministrativo-programmatorio nel quale si affermi che il fabbisogno di smaltimento Rsu della Provincia è di 400.000 tonnellate annue; dove si affermi inoltre che, in caso di richieste di smaltimento multiple - così è attualmente, in Regione giacciono le domande di Prima srl (190.000 tonnellate) e Amsa (400.000 tonnellate) - si indichi come criterio di priorità alla Regione di scegliere quella soluzione che minimizzi il numero di impianti (vale a dire, in questo caso, l’impianto da 400.000 tonnellate annue).

«L’adozione di questo criterio si rende necessaria - spiega ancora Mapelli - perché il Piano provinciale gestione rifiuti non prevede l’ipotesi di “eccesso di richieste” e, stando così le cose, la procedura di autorizzazione della Prima srl, essendo stata presentata con 6 mesi di anticipo su quella dell’Amsa, sarebbe approvata per prima, pur non risolvendo stando ai numeri il problema dell’autosufficienza provinciale».

Il sindaco lo dice chiaro: «Vogliamo verificare di persona qual è la reale volontà della Provincia di bloccare il raddoppio dell’impianto trezzese, passando dalle dichiarazioni di principio, sempre contrarie, ai fatti concreti».
«Dobbiamo fare in modo che in consiglio provinciale siano presenti, compatti e con la fascia tricolore, tutti i 26 sindaci della zona». Ai colleghi: «Vi aspetto tutti».

di Monica Autunno