venerdì 1 ottobre 2010

comunicato stampa Comune Trezzo

28.09.2010
COMUNICATO STAMPA
Termovalorizzatore: permane il parere negativo al suo raddoppio
Ribadita nel Consiglio Comunale di ieri la ferma opposizione di questa Giunta
all'ampliamento dell'impianto di smaltimento rifiuti ubicato in territorio trezzese.
Grazie ai risultati di una nuova perizia di impatto ambientale eseguita dall'Ing. Massimo
Cerani di Brescia rendiamo noti alla cittadinanza i punti che rafforzano la scelta di
negare il consenso all'ingrandimento del termovalorizzatore:
1. L’identificazione dell’area vasta non è conforme alle norme vigenti, ed é
incoerente con le previsioni di impatto redatte dallo stesso proponente; deve al
contrario essere considerata un’area di raggio 20 km dalla localizzazione
dell’insediamento.
2. Non sono presentate più alternative tecnologiche rispetto al trattamento
richiesto dalla pianificazione provinciale e regionale, sia che si tratti di sistemi
termici che di sistemi “a freddo” oggi disponibili su scala commerciale, a maggior
ragione rilevando dai dati INEMAR l’impatto considerevole che la sezione
esistente svolge già ora sul totale delle emissioni stimate sul Comune di Trezzo
sull’Adda.
3. L’analisi di impatto sanitario del progetto – che termina con calcolo di valori di
rischio non irrilevanti - è condotta con la metodologia dell’analisi di rischio
solamente su alcuni metalli pesanti e sui POPs, tramite la catena legata
all’alimentazione umana, quando le ricadute in termini di mortalità e morbilità
derivanti dagli NOx e dai PM sono riconosciute essere fattore primario di impatto
sulla salute umana degli impianti di combustione attraverso le vie aeree
(inalazione). A tale proposito nessuna istituzione pubblica ha finora effettuato
una rilevazione sistematica della qualità dell’aria e della presenza di inquinanti
dovuti alle emissioni dell’inceneritore di Trezzo sull’Adda. E’ opportuno pertanto
richiedere alla società Prima srl una rilevazione campionaria e distribuita nel
tempo delle sostanze presenti nell’aria, secondo appropriate metodologie
scientifiche, basate sulle ricadute ad altezza d’uomo.
4. Le soluzioni di trattamento dei gas combusti proposte sono migliorative per
l’abbattimento degli ossidi di azoto ma non è giustificato nell’insieme dal
proponente il passaggio da un sistema ad umido ad uno completamente a secco.
5. Non è previsto un sistema di controllo e intervento diretto in camera di
combustione per prevenzione di anomalie e regolazione ottimale.
6. Non è nota la qualità dei rifiuti in ingresso, la variabilità delle caratteristiche e le
forme di controllo sul contenuto di pericolosi, riciclabili, al fine di prevenirne
ingresso, lo scarico e la combustione.
7. L’efficienza energetica dichiarata non è corretta, non tenendo conto degli
autoconsumi, l’impianto non è qualificabile come “recupero energetico” bensì
come “smaltimento”. Anche nel caso si dotasse l’impianto di una sezione di
scambio di calore verso una rete di teleriscaldamento, si potrebbe conseguire
ottimisticamente una resa pari al 75% della resa energetica delle tecnologie di
riferimento adottate in Europa per la produzione di energia; tuttavia la soluzione
non aggiunge vantaggi energetico ambientali sulla base di una analisi energetica.
8. Non è previsto un campionamento in continuo delle diossine, seppure già
prescritto in AIA (2007) per l’impianto esistente.
9. L’ampliamento confligge con ambiti agricoli di salvaguardia dei vincoli paesistici,
corridoi ecologici, zone di potenziamento ecologico, un SIC, (Oasi “Le Foppe” di
Trezzo sull’Adda, per il quale il Piano provinciale rifiuti prevede l’obbligo di
studio di incidenza in caso di rinnovo autorizzativo), con il Piano provinciale
rifiuti ove si prevede come criterio generale di localizzazione di nuovi impianti la
“distribuzione territoriale dei carichi ambientali”, con collocazione nelle aree
deficitarie di tali infrastrutture.
10. Non si è stimato l’impatto ambientale del traffico indotto dall’impianto.
11. La tecnologia proposta di trattamento delle scorie a scopo di recupero non è
sufficientemente motivata, rispetto alle alternative esistenti; manca un bilancio
di materia completo; si rilevano incoerenze tra schema di smaltimento acque
dell’impianto nel suo complesso e bilancio idrico della sezione di trattamento
scorie.
12. La stima dei costi per la salute umana e su scala locale e regionale, unitamente
ai costi da emissioni climalteranti, impongono una seria riflessione sulla
sostenibilità sociale ed economica di questo intervento, collocato in una delle
aree più inquinate del pianeta. Soprattutto, evidenziano la necessità di trovare
un alternativa radicale alle tecnologie basate sulla combustione dei rifiuti a
favore di sistemi spinti di prevenzione, raccolta domiciliare e riciclaggio che già
oggi garantiscono ove applicati recuperi complessivi di materia superiori al 90%
dei rifiuti urbani.
Il Sindaco Danilo Villa afferma che:
“Fin dall’inizio di questa vicenda, avviata nel giugno 2009, abbiamo cercato in tutti i modi di
evidenziare le carenze di un studio di impatto ambientale presentato dalla Società proponente
Prima Srl.
Lo abbiamo fatto producendo varie osservazioni fin dal luglio 2009, cioè nei 60gg di legge
richiesti, soprattutto di carattere ambientale, paesistico, agricolo ma anche per la vicinanza di
un SIC ; di un parco naturale , per la presenza di varie aziende con allevamenti di prodotti di
qualità.
Queste ulteriori osservazioni si aggiungono alle precedenti per approfondire alcuni aspetti
impiantistici con qualche accenno anche ai costi sanitari conseguenti alle esposizioni delle
emissioni di questo impianto.
Siamo quindi consapevoli di aver fornito utili e sufficienti informazioni ai tecnici incaricati del
procedimento che con logica dovrebbe rigettare ogni ipotesi di raddoppio dell’impianto di
Trezzo.
In definitiva tutte le Amministrazioni che conferiscono in questo impianto hanno dimostrato la
loro crescente virtuosità nel ciclo di smaltimento dei rifiuti sostenendo l’incremento della
raccolta diffrenziata.
Proprio in ragione di questo, i nostri territori virtuosi, non devono essere ulteriormente
penalizzati.”

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